Il nome

Ignorando la forma di Vobenum si potrebbe far derivare da Bova o Boa, nome molto usato per indicare, terreno melmoso, ricco di acque sorgenti, paludoso. In effetti, la conca di Bovegno si presenta come il fondo di un antico lago alpino, ricca di sorgenti.

Bovegno viene infatti definito “ricco di acque minerali” dal Dott. Grandoni-Zantedeschi, Atessi (vedi libro “esperienze fisico-chimiche ed analisi dell’acqua minerale di Bovegno”).

In pratica vi era un guado = vadum e da una traslitterazione da Vo in Bo come Vivianus in Bibianus, potrebbe derivare Bovadum.

L’antica strada Valleriana superava il fiume Mella al “ponte del pilone” (forse resti di un ponte romano), attuale ponte di S. Rocco ed è probabile che nel piano vicino al ponte sorgesse la prima chiesa (tempietto) che verrà distrutta dagli Ungari tra il 900 ed il 955 d.C., plebs de Bovagno = pieve del guado.

Nell'epoca romana Bovegno era poco abitato, questo si deduce che fino ad ora si siano trovati pochi resti. In questo periodo il “pagus romano”, da cui deriva “pagani”, riferito ai suoi abitanti, mentre (“cives” erano coloro che abitavano la città), era l’unità primitiva, che aveva a Bovegno il suo centro direttivo con la sede e le autorità o funzionari pagensi, il tempio (fanum) ed i sacerdoti pagani, si trasformò poi in pieve (plebs) cristiana, presieduto da un arciprete, rappresentante del vescovo.

Dal pagus si passa alla Plebs, = popolo = nucleo di popolazione indigena con una propria costituzione giuridica autonoma ed indipendente ed un territorio limitato da confini entro i quali il popolo possedeva terreni, boschi, eccetera, amministrati dall'assemblea dei “capi famiglia”.

(Si può pensare che “l’associazione” ancora esistente a Cimmo degli “Antichi Originari” possa risalire a questa antica forma d’amministrazione.)

Solo nel periodo delle invasioni barbariche si assiste alla formazione di piccole colonie monastiche.

 

Bovegno anticamente

Premessa

il presente non è sicuramente uno studio storico, ma ho cercato solo di riassumere, come se fosse una specie di racconto tra amici attorno al fuoco, le varie notizie che ho trovato sui vari testi, cercando di dare una successione logica che aiuti, anche i non addetti ai lavori come me, a farsi un' idea di come era Bovegno nei secoli passati.

Durante la stesura delle descrizioni dei sentieri (2006) che percorrono il territorio di Bovegno, nella ricerca di notizie storiche da aggiungere a quelle relative alle indicazioni riguardanti il tracciato, mi sono trovato di fronte ad una storia che viene da molto lontano. Una frase che riportava la richiesta di un frate, fatta al parroco di Piano, riguardante il “permesso di ritirarsi presso l’eremo (tempietto) di S. Glisente”, mi incuriosì notevolmente. Da qui è partita tutta una piccola ricerca sulla storia e sulle vicende di Bovegno nell’antichità.

Il primo problema che ho trovato è stato quello di capire chi e quali tipi di popolazione abitassero Bovegno e la valle nei vari periodi della storia, ecco perché all’inizio ho cercato di mettere delle date che potessero dare un’idea indicativa sulle varie genti che sono transitate a vario titolo su questo territorio.

 

Introduzione

Veniamo alle date che ci possono servire per inquadrare chi andava in giro per le nostre zone.

Nell’anno 636 di Roma la spedizione romana di Q. Marzio si impadronisce di Stonos (forse l’attuale Vestone), capitale dei Triumplini.

La popolazione chiamata Triumplini non abitava solo l’attuale Val Trompia!!!

I Triumplini occupavano un ampio territorio, confinavano ad ovest con la Valle Camonica, si estendevano a nord fino a Lodrone Trentino, comprendendo l’attuale valle Sabbia, e ad est erano uniti con i Benacensi.

IV secolo

300 a.C.: Invasione Cenomani.

200 a.C. ca: Brescia capitale dei Cenomani, viene iscritta nella Tribù Fabia.

100 a.C.: Il popolo dei Triumplini debellato da P. Silio alla fine del I sec. a.C.

  44 a.C.: Cesare Augusto mandò i suoi figli Druso e Tiberio a sottomettere le popolazioni ed i paesi delle valli alpine. Per Mantenere la sicurezza dei popoli e dei viaggiatori, colloca la Legione XXI nominata Rapaces (lapide a Lumezzane nella parete della Pieve).

476 d.C.: Odoacre (tribù degli Sciri) sconfigge Romolo Augustolo, è la fine dell'impero romano d’occidente.

 

Inizio del Medio Evo

(Alto Medio Evo) dal 500 al 900

553 d.C.: arrivo dei Goti

568 d.C.: Longobardi (lang bart) = lunga barba

636 d.C.: diventa Re dei Longobardi il duca di Brescia Rotari, fino al 652 d.C.

774 d.C.: fine dei Longobardi, sconfitti da Carlo Magno (Franchi)

800 d.C.: a Natale Carlo Magno viene incoronato

900-955 d.C.: invasione e scorrerie degli Ungheri  

Distruzione della pieve primitiva di Bovegno presso il “vadum” da parte degli Ungheri doveva essere eretta sul lato sinistro del fiume Mella, vicino al ponte del Pilone, forse così chiamato perché probabile resto di un pilone di un ponte romano.

Viene ricostruita più in alto, a Piano, dove sorge l’attuale chiesa costruita nel 1600 circa.

 

(Basso Medio Evo) dal 900 al 1300-1400

La “peste nera”, proveniente dal Pamir e Altaj, dal 1347 al 1353, colpisce tutto il mondo di allora provocando un numero immenso di morti, come vedremo che succederà a Bovegno con quella del 1624.

Ci saranno poi altre pestilenze: nel 1575-1577 e nel 1624-1630 peste nel Nord Italia (raccontata anche dal Manzoni).

 

Si formano le pievi

Lumezzane Inzino Bovegno

Vallis Trium Plebium (Valle delle Tre Pievi) Val Trompia

La Pieve di Bovegno, la più vasta delle tre pievi, comprendeva i territori e la popolazione che da sopra la stretta di Brozzo arrivava fino al monte Maniva:

5 comuni (Cimmo, Marmentino, Pezzaze, Irma e Collio) e 12 parrocchie (oltre a quelle relative ai comuni, quelle di Tavernole, Ville di Marmentino, Lavone, Pezzoro, Magno, Memmo, S. Colombano).

Le colonie monastiche come estensione di potenti monasteri si insediano sul territorio.

Per salire al passo Maniva e passare nella valle del Caffaro e nelle valli Giudicarie, si incontrava l'ospizio di S. Colombano di Collio (dedicato al monaco celta Colombano), assisteva i viandanti; fondato e mantenuto dal famoso monastero di Bobbio che aveva la cura di molti altri valichi alpini.

Per transitare in valle Camonica, tra il monte Guglielmo ed il monte Muffetto, (colle di S. Zeno), si trovava l'ospizio con chiesetta dedicata al vescovo moro di Verona S. Zenone, (soggetta al monastero di Verona di S. Zeno).

Nel VIII-IX sec (700-800) i monasteri Bresciani di S. Giulia, di Leno (uno dei più potenti in Lombardia, vedi Aleno, frazione di Marcheno), di S. Faustino, di S. Cosma, avevano larghi possedimenti nel territorio.

Il culto dei SS. Cosma e Damiano (medici), presente a Marmentino e, per un breve periodo a Ludizzo dove verranno poi sostituiti da S. Siro protovescovo di Pavia e successivamente da S. Michele. Il culto di S. Faustino e Giovita presente a Villa di Marmentino e a Memmo. Il monastero di S. Faustino Maggiore, aveva a Cimmo possedimenti ancora nei sec. XIV e XV.

Nel VIII sec. il monastero di S. Giulia (origine Benedettina) introduce il culto di S. Martino di Turs nel Castello (parte alta di Bovegno), culto che era largamente diffuso nei possedimenti del celebre monastero. E’ probabile che la corte rustica creata dal monastero corrisponda all’attuale Castello di Bovegno e che essendo la stessa collocata in alto, nel secolo X, sia diventato, il centro militare e difensivo del pievato, la sede del feudatario, accogliendo dentro le mura, la pieve di Piano con i canonici ecc.

S. Giulia era un monastero molto potente, che nel IX sec aveva migliaia di dipendenti e 41 corti intitolate a S. Martino. Aveva vasti ed importanti possedimenti fondiari in Bovegno, campi coltivati a frumento specialmente nelle “sorti” del Castello e nelle “colonie” di Piano, sull'altipiano di Zerma e di S. Martino e sulla costa Zigole-Magno-Savenone.

I monaci Benedettini ed i rustici (Homines dei monasteri) ricavarono prati e campi dalle foreste circostanti, da qui deriverebbero i nomi medioevali di :

 

Predondo = pratum rutundum ---- prato rotondo.

Magno  = pratum magnum ---- prato grande.

Zigole              = cellulae-ceole ---- indicazione precisa di una piccola casa monastica, primitiva o di un piccolo monastero rurale primitivo (VII—VIII sec.).

Graticelle  = piccoli appezzamenti disposti a gradini (gradus), piccole salite.

Ludizzo           = luticeus = fangoso, ludum = fango = tufo (che si forma appunto con il fango) e Ludizzo ne è ricco.

Zerma = mucchio di sassi (riferimenti anche in Val Brembana) Avano = circo – catino roccioso.

Collio               = colli seguono nomi derivanti da “pecia” (abete) - Pezzaze - Pezzoro - Pezzazole – Pesseda.

Bovegno nel Medio Evo

di Ronchi Osvaldo

Seguiranno altre pagine...... con calma e pazienza....